Documento della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
“Applichiamo il Rapporto di Scuderi, una guida per tutto il Partito e una lezione di marxismo-leninismo-pensiero di Mao
“Solo radicandosi il PMLI crescerà anche nel corpo. La strada del socialismo è lunga e tortuosa. Ma lavorando sodo e con fiducia conquisteremo il consenso e l'appoggio delle masse e dei giovani”
“Tutti dobbiamo dare il massimo”

La Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI condivide con entusiasmo proletario rivoluzionario il Rapporto del compagno Giovanni Scuderi sul tema “La situazione del Partito e le elezione europee e amministrative”. I compagni della Cellula hanno studiato con entusiasmo il Rapporto perché come dice il compagno Scuderi: “Questa Sessione ha il compito di analizzare la situazione attuale del Partito e stabilire le cose fondamentali che bisogna fare, per migliorare il lavoro ai vari livelli che ci attende nel prossimo tratto di strada della nostra Lunga Marcia politici e organizzativa”.
Il Rapporto del Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, è una guida per i compagni tutti, una lezione di marxismo-leninismo-pensiero di Mao applicata creativamente nel contesto storico in cui operiamo.
Per quanto riguarda l'“attività vitale”, i compagni concordano con la posizione del Partito: “Tutti noi non scordiamo la lezione e mettiamola a frutto per eventuali analoghe attività di sostegno economico al Partito a livello nazionale e locale. Il cuore della lezione è che in qualsiasi attività del Partito, diretta o indiretta, ci devono essere al primo posto la direzione del Partito, la politica proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista e il coinvolgimento pieno e attivo dei compagni che vi partecipano”.
La sospensione della pubblicazione cartacea de “Il Bolscevico” non è che una conseguenza delle difficoltà economiche che affliggono i proletari e di riflesso loro Partito, il PMLI. A questo “passo indietro” il Partito ha risposto con una vittoria: “Il Bolscevico” on line in pdf più bello e attraente di prima, accessibile, potenzialmente, a migliaia di lettori, proletari, ai rivoluzionari anticapitalisti, al movimento di massa. L'Organo di stampa del Partito è una guida marxista-leninista. I compagni della Cellula “Stalin” erano da tempo preparati a questo evento e, grazie ad uno studio di grafica “amico”, hanno provveduto a stampare autonomamente “Il Bolscevico”. Grazie a questa opportunità favorevole, sono state superate le attese di consegna da parte delle Poste e il giornale arriva nei giorni successivi alla sua uscita settimanale. Non tutti i compagni hanno la possibilità di stamparlo ma, certamente, con la creatività degli stessi compagni e di tutto il Partito, questi limiti saranno superati. È necessario che i compagni della Cellula “Stalin” organizzino delle affissioni de “Il Bolscevico” davanti alle fabbriche, nelle scuole e università, nei quartieri popolari.

Situazione interna del Partito
Per ciò che riguarda le contraddizioni interne al Partito, il compagno Scuderi riferisce: “Ormai sappiamo per esperienza diretta che … finché il Partito è rosso, dobbiamo rimanere uniti e lavorare uniti per il trionfo del socialismo in Italia”. Una lezione di marxismo-leninismo-pensiero di Mao sulle contraddizioni nel Partito, trattate con la micidiale arma che rappresenta il materialismo dialettico. Chi va via dal Partito dimostra di non essere un vero marxista-leninista, anche se ci sono delle contraddizioni devono essere trattate con il metodo della critica e dell'autocritica e in modo dialettico e costruttivo, condizione necessaria affinché le contraddizioni non diventino antagonistiche; solo così si riconosce che il PMLI è il Partito del proletariato, della rivoluzione socialista in Italia e che, se si è d'accordo, si applica la sua linea politica, si accetta lo Statuto, la disciplina proletaria, il centralismo democratico, si fa propria la concezione proletaria del mondo. Come ci insegna il grande Maestro del proletariato internazionale Stalin: “Una disciplina ferrea nel Partito non è concepibile senza unità di volontà, senza una completa e assoluta unità di azione di tutti i membri del Partito. Ciò non significa, naturalmente, che in questo modo si esclude la possibilità di una lotta di opinione in seno al Partito. Al contrario, la disciplina ferrea non esclude, anzi presuppone la critica e la lotta di opinione in seno al Partito. A maggior ragione ciò non significa che la disciplina debba essere 'cieca' al contrario, la disciplina ferrea non esclude, anzi presuppone la coscienza e la volontà della sottomissione, perché solo una disciplina cosciente può essere effettivamente una disciplina ferrea. Ma finita la lotta di opinioni, esaurita la critica, presa una decisione, l'unità di volontà e l'unità di azione di tutti i membri del Partito sono una condizione indispensabile, senza la quale non sono concepibili né un Partito unito, né una disciplina ferrea nel Partito” (Principi del Leninismo) .
Alla luce di quanto riportato, coloro che vanno via, non solo non rispettano il centralismo democratico ma dimostrano di non essere idonei alla militanza marxista-leninista. La disciplina proletaria gli sta stretta e non sono riusciti a liberarsi dell'individualismo piccolo-borghese.
“Il partito epurandosi si rafforza” è un classico sempre valido. Il CC è più forte, l'entrata di nuova linfa con il giovane operaio Alessandro lascia ben sperare. La ricostituzione, dopo 14 anni, della Commissione giovani del CC è una vittoria del Partito, dei giovani proletari e studenti. I compagni della Cellula condividono gli elogi che il Segretario fa al compagno Federico Picerni: “esempio di giovane intellettuale marxista-leninista”. Giusta l'indicazione di studiare individualmente e collettivamente il documento sul precariato ed utilizzarlo come “arma politica”, di fare fronte unito – sul tema del precariato – ogni qualvolta ce ne siano le condizioni. La Cellula “Stalin” si impegna a fare sue le direttive del Partito sulla proposta di abolire il precariato.

Lavoro in campo sindacale
I compagni della Cellula, con i simpatizzanti, in occasione del XVII Congresso nazionale della CGIL hanno dato battaglia alla prima mozione e hanno appoggiato la seconda, rilanciando la proposta del PMLI sul sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. Il compagno simpatizzante Franco ha lavorato all'interno della Fillea, è stato eletto al congresso provinciale e in seguito a quello regionale. Portando avanti la linea sindacale del Partito ha riscosso consensi e applausi da parte dei delegati di base. Il compagno Segretario della Cellula ha partecipato al congresso territoriale dello Spi di S. Giovanni la Punta e a quello di zona di Gravina di Catania, difendendo i pensionati, soprattutto quelli che percepiscono una pensione al di sotto dei mille euro. Il compagno, nonostante fosse una presenza scomoda per la prima mozione, ha ottenuto consensi e applausi. Non è stato eletto perché i “giochi” erano già fatti.
Anche in campo sindacale il Partito (con il documento della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI) ha ottenuto una grande vittoria e ha lasciato il segno. Il nostro lavoro sindacale non deve finire con i congressi Cgil ma continua con il radicamento nei nostri luoghi di lavoro e di vita.
I compagni della Cellula condividono il giudizio e l'elogio che il Segretario fa al compagno Sala, alla Commissione per il lavoro di massa del CC e al compagno operaio Andrea Cammilli “valoroso, generoso e sperimentato dirigente marxista-leninista ed esemplare sindacalista rosso”.
La nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” è una vittoria di tutto il PMLI. Questa Sede, più grande e funzionale, senza dubbio influirà positivamente sul lavoro politico del Partito. Non è e non sarà facile mantenerla, perciò dovranno essere coinvolti i compagni tutti. Un simpatizzante pensionato catanese, che noi ringraziamo, ha dato un contributo. I compagni della Cellula non sono stati in grado perché già gravati ti tante spese: stampa de “Il Bolscevico”, gigantografie per manifestazioni e banchini, volantini, Imu, enel, condominio, trasporti, ecc.
Il problema economico è di grande rilevanza perché viviamo in un sistema di mercato dove tutto si compra e si vende. Il Partito ha un progetto economico, politico, sociale, ideologico, culturale, alternativo all'attuale sistema capitalistico in declino. La concezione proletaria del mondo, il progetto del socialismo, sono parole d'ordine che appartengono alla classe operaia e alle masse popolari. Non avendo noi spazio all'interno dei mezzi d'informazione di regime, dobbiamo far capire alle masse popolari che, se vogliamo che le loro (nostre) proteste, la loro (nostra) rabbia contro questa società centrino il bersaglio, dobbiamo dare forza economica al Partito.

Radicamento e lavoro di propaganda
La Cellula “Stalin”, seguendo l'indicazione del Partito, ha inserito nei corpetti, esposto durante i banchini e affisso in Sede il manifesto “Sottoscrivi per il PMLI per il trionfo della causa del socialismo in Italia”.
Il secondo problema è legato sempre a quello economico. Si potrà risolvere quando la nostra linea politica sarà radicata fra le masse popolari e, in particolare, nella classe operaia che darà “tutta la sua forza materiale e intellettuale al suo Partito, il PMLI”. Il che si tradurrà anche in aiuto economico, in maniera tale il Partito potrà avere tanti rivoluzionari marxisti-leninisti di professione. Questi potranno dedicarsi, a tempo pieno, a mettere le basi affinché si faccia la rivoluzione socialista nel nostro Paese.
Il terzo problema, quello del radicamento locale, è di fondamentale importanza. Possiamo avere una linea politica corretta ma se non riusciamo ad integrarci rischiamo solo di fare “opinione”. Come deve avvenire il radicamento? In base alle proprie forze, ogni Cellula e/o Organizzazione, deve lavorare creativamente, concentrarsi sulle priorità e lavorare li dove il movimento è più avanzato. Infatti: “lo sviluppo del Partito passa essenzialmente dalla nostra presenza attiva, combattiva e propositiva negli ambienti di lavoro, di studio e di vita”. Dobbiamo occuparci dei problemi delle masse popolari (con priorità il lavoro), bombardare senza soluzione di continuità le giunte comunali e ragionali, criticare le loro politiche antipopolari al servizio della borghesia locale e dei governi centrali e mettere a nudo le loro malefatte. Per fare ciò dobbiamo prendere esempio da quei compagni che l'hanno già fatto seguendo le indicazioni del Partito. Dobbiamo entrare nei movimenti di lotta, dove sono presenti, e, in caso contrario, dobbiamo crearli noi.
Giusta la parola d'ordine del Partito “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi, radicarsi; concentrarsi sulle priorità, studiare”. Applicando gli insegnamenti dei cinque Maestri, come dice il Partito “i cinque assi”, i risultati non possono non arrivare.
Da questa 4º Sessione plenaria allargata del 5º CC del PMLI tutti siamo chiamati a dare il massimo. Dai compagni di base a tutto il Partito: dal CC, all'UP, dalle Commissioni centrali, alle penne rosse de “Il Bolscevico”. Una carica che ha dato e dà energia a tutto il Partito nel lavoro politico organizzativo, di massa e giornalistico. Dalle misure del 5º Congresso nazionale, ancora un appello a privilegiare il megafono, il contatto diretto con le masse, alla tastiera. La storia la fa la lotta di classe nelle piazze (scioperi, cortei, assemblee).
I compagni di base hanno un compito importante: devono stare tra le masse popolari, devono propagandare la linea politica del Partito. Solo radicandosi il Partito crescerà anche nel corpo.
Le elezioni europee del 25 maggio 2014 hanno visto militanti, simpatizzanti e amici della Cellula “Stalin” dar vita a varie iniziative di propaganda elettorale astensionista (banchini e volantinaggi) che si sono svolte in centro città, a Catania, come in provincia. I compagni non hanno lesinato energie per propagandare l'astensionismo di principio e strategico del Partito (in riferimento alle europee), nonostante i limiti economici e la “infame misura che colpisce la democrazia e l'elettoralismo borghesi e, indirettamente il nostro Partito”: la soppressione dei tabelloni elettorali dei “fiancheggiatori” imposta dal governo Letta-Alfano.
Il ferreo black-out stampa contro il Partito, non ha così, del tutto, impedito alle parole d'ordine del PMLI di giungere alle masse popolari catanesi. I compagni della provincia di Catania hanno dunque contribuito ad “elevare la coscienza politica delle masse, per distaccare le masse dalle istituzioni borghesi, per indebolire, disgregare e isolare queste istituzioni e creare le condizioni per realizzare le istituzioni rappresentative della masse fautrici del socialismo”. La Cellula “Stalin” si è anche concentrata a propagandare la fondamentale arma astensionista nei confronti degli elettori di sinistra, i quali utilizzano l'astensionismo per boicottare i partiti della “sinistra” borghese e il governo “ma su un piano riformista, costituzionale e con illusioni governiste”. Devono essere i compagni del Partito, come dice giustamente il compagno Segretario generale Scuderi, a portare questi elettori “sulle posizioni rivoluzionarie, anticapitaliste e fautrici del socialismo, e convincerli a considerare il loro astensionismo come un voto dato al PMLI e al socialismo”. Solo così il proletariato italiano e le masse rivoluzionarie potranno avvicinarsi a quel “salto di qualità” che le avvicinerà definitivamente al PMLI e alla causa del socialismo e del comunismo.
Raccogliendo le parole di Scuderi il Comunicato sostiene: “le istituzioni dell'Unione europea non sono altro che la sovrastruttura del sistema economico capitalista europeo di cui ne difendono gli interessi”. L'Unione europea - imperialista, come scritto precedentemente dall'Ufficio politico del PMLI - non è altro che un agglomerato di monopoli creato a discapito dei popoli, la cui esistenza ha come fine ultimo l'accaparramento di una fetta (più o meno cospicua) del mondo. Il parlamento europeo, da parte sua, è solo un'illusione. Esso, infatti, serve solo ad occultare missioni di “pace” - cioè guerre interventiste e di rapina -, politiche di lacrime e sangue mentre aumenta sempre più il divario tra ricchi e poveri.
Come afferma Scuderi, l'elezione diretta per la prima volta del presidente della Commissione europea “è solo uno specchietto per le allodole per attirare alle urne l'elettorato che non ha fiducia nello Stato delle multinazionali e della finanza europee”. Nessuno dei candidati e dei futuri presidenti, come i governanti dei singoli paesi dell'UE, potranno mai sottrarsi alle necessità del capitalismo europeo. Nemmeno la “sinistra” borghese in disaccordo col PD, compresi i falsi comunisti nostrani (come il PRC), i quali si sono schierati col socialdemocratico di sinistra Tsipras, o si sono candidati “autonomamente” (il PC di Rizzo) - con l'obiettivo di fare radici all'interno del europarlamento - non “mettono in discussione il capitalismo europeo e la sua sovrastruttura istituzionale”. Si tratta dell'ennesimo inganno riformista e parlamentarista nei confronti delle masse popolari e, in particolar modo, verso l'elettorato di sinistra.
Un piano che cela la volontà di far digerire un capitalismo “buono”, un liberismo di sinistra keynesiano, un sistema che ammette lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il “libero-mercato” capitalista, la proprietà privata e appoggia direttamente o indirettamente l'imperialismo.
In sostanza, per il proletariato non cambierà nulla, qualsiasi sia il presidente della Commissione europea e/o la maggioranza dei rappresentanti nell'europarlamento. Demagogiche sono invece le proposte della Lega e del M5S che riguardano l'abolizione dell'euro senza uscire dall'Ue. Come ci indica il compagno Scuderi, l'Unione e la finanza europea non lo permetterebbero. “La battaglia vera non è uscire dall'euro ma dalla Ue”: solo così l'Italia potrà liberarsi dai diktat europei mentre si verrebbero a creare le condizioni favorevoli per la maturazione della lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato. “L'Ue non si può cambiare, non è riformabile”, dev'essere abbattuta. Dobbiamo dunque continuare con forza a delegittimarla, isolarla, boicottarla attraverso la micidiale arma dell'astensionismo mentre ci battiamo affinché le sue istituzioni e i suoi governi siano costretti ad attuare provvedimenti che giovino al popolo italiano e che evitino le stragi di migranti nel Mediterraneo.

Lotta contro il governo Renzi e per il socialismo
Come dice il compagno Scuderi, l'Ufficio politico del PMLI ha tempestivamente riconosciuto la natura di destra del governo Renzi. Nessuno l'aveva intuito o forse aveva il coraggio politico di ammetterlo. Solo in seguito, una volta messi con le spalle al muro, politicanti e sindacalisti della “sinistra” borghese hanno dovuto riconoscere che le sue “riforme” sono tutt'altro che popolari. Renzi è senza dubbio la reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi. Le sue “riforme”, avallate dal neoduce, sono “golpiste, antidemocratiche, e piduiste”. Per questo i vertici dei sindacati confederali, con in testa quelli della CGIL - che devono scrollarsi di dosso le simpatie politiche per il PD -, e i “sindacati di base” devono proclamare unitariamente uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi. Il proletariato ha bisogno di queste scintille affinché la lotta di classe divampi e le contraddizioni esplodano.
Tutti i compagni del Partito non daranno tregua a Renzi “finché il suo governo non sarà spazzato via dalla piazza”.
Scuderi ci ricorda l'importanza del “bel pezzo di strada della nostra Lunga Marcia politica e organizzativa” già percorsa e come sia tanta ancora quella da cui dobbiamo passare, ma noi marxisti-leninisti italiani non ci lasceremo intimorire: siamo animati dallo spirito di Yu Kung che “osò spianare le montagne, sicuro che il popolo lo avrebbe aiutato in questo suo lavoro”, siamo ispirati dai nostri cinque Maestri e dai compagni fondatori del Partito. Abbiamo le spalle larghe, il Comitato centrale e l'Ufficio politico sono un fulgido esempio di unità rivoluzionaria e marxista-leninista.
Come si legge nel Rapporto presentato dal compagno Scuderi al 5º Congresso nazionale del PMLI: “è dura la militanza marxista-leninista ma è la cosa più bella e più proficua che possa fare chi vuol dare il massimo contributo al progresso sociale e all'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità”. Parole che ispirano i compagni della Cellula “Stalin” a far meglio, a migliorare su tutti i fronti.
La strada del socialismo è lunga e tortuosa. Ma lavorando sodo e con fiducia conquisteremo il consenso e l'appoggio della masse e dei giovani e faremo loro capire che solo il socialismo e il potere al proletariato potranno cambiare l'Italia.
Viva la 4º Sessione plenaria del 5º Comitato centrale del PMLI!
Viva il PMLI, il Comitato centrale e l'Ufficio politico del PMLI!
Lavoriamo sodo e con fiducia per conquistare il consenso e l'appoggio delle masse e dei giovani!
Uniti, coi Maestri e il PMLI vinceremo!
La Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI

17 giugno 2015